Atti 1,1-11 Attendere a Gerusalemme l’adempimento della promessa
Cristo Gesù non viene meno nel suo rapporto con i suoi, ma cambia il modo della sua presenza. Egli non è più fisicamente presente con gli apostoli, ma è “in loro” con il suo Spirito. Lo Spirito Santo è il grande protagonista della vita e delle opere della comunità che nasce dalla Pasqua di Gesù. Quindi sempre Gesù il Signore che guida i suoi. C’è un preciso spartiacque temporale tra gli insegnamenti di Gesù e quelli degli apostoli, ed è l’ascensione di Gesù al cielo, cui segue “l’adempimento della promessa del Padre”, che è appunto il dono dello Spirito Santo a Pentecoste. E Gerusalemme è la configurazione di luogo dei due eventi. Per questo essi devono “attendere l’adempimento della promessa del Padre” senza” allontanarsi da Gerusalemme”.
Sal 39,8: Ora, che potrei attendere, Signore? È in te la mia speranza.
Tit 2,13: Nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Ebrei 9,24-28; 10,19-23 Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario
L’accesso alla piena comunione con Dio, ci è veramente donato. E ce l’ha donato Gesù. Tale fiducia ce l’ha donata Lui come “via nuova e vivente attraverso la sua carne”: la sua Pasqua è per tutti la via e l’accesso alla comunione con Dio. In Gesù e con Gesù siamo in piena comunione con il Padre. Egli è veramente il nostro “sacerdote grande”, il potente mediatore, nella casa di Dio (v.21). Questo accesso pieno al Signore è affermato e compiuto dal battesimo, che qui viene descritto come il dono della purificazione del cuore e del corpo lavato con acqua pura, cioè santificata da Gesù stesso e dalla sua immersione totale nella nostra umana povertà. Siamo chiamati a custodire la speranza che Egli ci ha donata, e quello che ci ha promesso.
Ez 37,14: Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra.
Lc 13,24: Sforzatevi di entrare per la porta stretta.
Luca 24,46-53 Veniva portato su in cielo
Non si deve pensare a questo evento in termini “geografici”, e quindi “spaziali”. Il trasferimento di Gesù al cielo è la proclamazione della sua divinità. In adempimento a tutte le scritture profetiche, il Figlio dell’Uomo è alla destra di Dio. La divinizzazione dell’uomo, che è l’intento più o meno segreto di tutte le ipotesi “religiose”, si compie con la glorificazione del Crocifisso. Viene glorificato non un “super-man”, ma il piccolo Gesù di Nazareth ucciso tra i malfattori. Quel piccolo uomo nato e morto in una oscura piccola provincia dell’impero romano è Dio. Quel Dio che in Gesù è sceso, ora ascende al Padre. L’antica vicenda del Popolo di Dio è giunta alla sua pienezza e ora attende il dono che la porterà ad annunciare il Vangelo di Gesù a tutte le genti.
Ger 11,19: E io, come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me.
Eb 11,5: Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più.
Per il confronto personale o in gruppo:
- In che cosa ti senti testimone?
- Quale libertà ti ha donato Cristo Gesù?
- Come leggi l’uscita di Cristo Gesù da questo mondo?