XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 Isaia 55,6-9 Cercate il Signore

Nella bibbia la ricerca di Dio non consiste in una riflessione astratta circa la sua natura e i suoi attributi, ma piuttosto in una «conversione» vissuta, che si esplica nell’impegno quotidiano per vivere secondo i suoi comandamenti. L’empio non è colui che rifiuta a Dio gesti esterni di culto, ma colui che gli nega il vero sacrificio di lode. Per trovare Dio gli israeliti devono anzitutto instaurare rapporti autentici di giustizia e di solidarietà tra di loro. L’amore del prossimo, mediante il quale si ricostituisce l’unità del popolo, sta alla base di una vera conversione e rappresenta il primo effetto dell’intervento di Dio e la condizione indispensabile perché esso giunga a compimento.

 Filippesi 1,20-27 Continuerò ad essere di aiuto

La presenza di Paolo accanto ai suoi figli di Filippi non è necessariamente una presenza fisica diretta. Quello che è veramente importante è che, sia Paolo da parte sua, sia i cristiani di Filippi, possano essere sostenuti dalla consapevolezza che si cammina nella stessa strada della fede di Gesù, e che si affrontano le medesime prove. Per questo egli ritiene, che il Signore lo farà rimanere in mezzo a loro per il progresso e la gioia della loro fede. Nell’eventualità e nella speranza di una sua venuta tra loro, i Filippesi saranno incoraggiati nel loro cammino di fede. Quello che conta è vivere tale “presente” con la radicalità di un’offerta senza limiti capace di non lasciarsi “sorprendere.

 Matteo 20,1-16 Andate anche voi nella mia vigna

A tutti è data la possibilità di lavorare nella vigna del Signore. Nessuno è escluso definitivamente: il Signore chiama tutti quelli che sono sulla piazza e desiderano lavorare. È una parabola che si può leggere per quelli che sono angosciati dalla vita, dal tempo che hanno perso, e dall’impossibilità, ormai, di dare una buona prova di sé, di fare qualcosa di utile, di grande, di vero. La condizione di avvilimento toglie il gusto di fare, di lavorare, di impegnarsi. A tutti gli angosciati invece la parabola dice: Non temere. Quando ascolti la voce di Cristo, devi capire che è una parola per te, operaio dell’ultima ora, se ascolti e accetti di andare a lavorare nella vigna del Signore. Il tempo è ora, non conta quello che è stato il passato.

 

Quello che è giusto

Gli operai della parabola non si lamentano perché la paga è insufficiente a vivere dignitosamente, cioè “a misura d’uomo”. Ma si lamentano, invece, perché è dato ad altri come a loro. Essi hanno il gusto del dislivello economico: per star bene bisogna che qualcuno stia peggio di loro. Il Padre non si lascia smuovere dalle mormorazioni di coloro che si rifanno al principio secondo cui è lecito fare tutto ciò che non è proibito dalla Legge, e sottolinea il contrasto fra il loro occhio malato e la sua bontà. Il Padre non fa quello che vuole, ma ciò che è giusto:

 

Tb 5,15: Continuò: “Ti dò come ricompensa una dramma al giorno, e per quanto riguarda il tuo mantenimento lo stesso che a mio figlio. Fà dunque il viaggio con mio figlio e poi ti darò ancora qualcosa di più”.

Mt 20,27-28: Chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

Mt 21,37: Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio!

Lc 14,10-11: Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: Amico, vieni più avanti.

Rm 9,14-24: Che diremo dunque? C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No certamente! Egli infatti dice a Mosè: Avrò misericordia per chi vorrò averla, e farò grazia a chi vorrò farla.

 

Per il confronto personale o in gruppo

 

  • In quali tempi ricerchi il Signore?
  • In che cosa senti di essere di aiuto?
  • Sei pronto ad impegnarti in qualsiasi ora?

Rinaldo Paganelli