XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Isaia 25,6-10 Il Signore asciugherà le lacrime

La salvezza prospettata nella profezia del banchetto escatologico ha come primo effetto una pace duratura che consiste non solo nell’assenza di guerra, ma anche e soprattutto in rapporti nuovi tra le persone. Essa comporta l’eliminazione della sofferenza e della morte, cioè una vita piena, liberata da tutti i condizionamenti fisici e morali. La salvezza è essenzialmente una dimensione dello spirito, che però si espande alla vita associata, producendo progresso e sviluppo a tutti i livelli. L’azione che salva è un bene prettamente terreno, anche se il suo compimento viene rimandato simbolicamente al momento finale della storia, in un mondo nuovo che verrà creato da Dio.

 

Filippesi 4, 12-14.19-20 Sono iniziato a tutto

Paolo rivela il volto profondo della sua personalità. Ed è importantissima la precisazione del v.13: “Tutto posso in Colui che mi dà forza”. Non è frutto di un suo eroico atteggiamento, né il risultato di fatiche ascetiche, o la manifestazione di sue doti speciali, ma è generato dall’esperienza di quanto è dono del Signore. Quando siamo in mezzo al guado la nostra attenzione è tutta convocata verso le fatiche e i pericoli della situazione. Nel momento in cui diventa un passaggio della nostra personale “storia della salvezza” diviene finalmente memoria dell’amore di Dio e del prossimo verso di noi. In Gesù, Dio è sceso nell’intera realtà della creazione e della storia. E per questo la storia è diventata capace di contenere e di esprimere i segni della presenza di Dio in mezzo all’umanità.

 

Matteo 22, 1-14 Fece un banchetto di nozze

Al banchetto che il Signore ha preparato sono invitati tutti, buoni e cattivi. Il Signore chiama tutti, ma chi è chiamato deve rispondere al Signore con la propria vita, trasformare la propria esistenza in funzione di questo invito. Non basta essere cristiani avendo accolto l’annuncio della fede, bisogna anche lasciare che questo annuncio cambi la vita dell’uomo e la conformi alla volontà di Dio. La conversione è il presentarsi a Dio con un cuore adatto a ricevere i suoi doni. L’abito nuziale è l’abito avuto nel Battesimo e che dobbiamo custodire per tutta la nostra vita. La veste che è Cristo, aderisce a coloro che la indossano molto più della pelle e delle ossa. Questo abito non ce lo procuriamo noi, ma ci è donato: è Cristo. È sufficiente riconoscerlo come nostro Salvatore.

 

La veste di nozze

Se qualcuno che porta il nome di cristiano, nel momento del giudizio sarà trovato senza l’abito di nozze, cioè l’abito dell’uomo celeste, e indosserà invece l’abito macchiato, ossia l’abito dell’uomo vecchio, costui sarà immediatamente ripreso e gli verrà detto: “Amico, come sei entrato?” Lo chiama amico perché è uno degli invitati alle nozze, e rimprovera la sua sfrontatezza perché col suo abito immondo ha contaminato la purezza delle nozze (Girolamo, Commento al Vangelo di Matteo).

Sal 22,27: I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano: “il vostro cuore viva per sempre”.

Pr 9,1-2: La Sapienza si è costruita la casa, … Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola.

Is 55,1-2: O voi tutti assetati venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, … comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte.

Mt 26,29: Io vi dico che d’ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio.

Lc 14,15: Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: “Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!”.

Ap 3,20: Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.

 

Per il confronto personale o in gruppo

  • L’azione di Dio in questo tempo la senti forte?
  • Che cosa ti senti più preparato ad affrontare?
  • Ti senti invitato dal Signore?

Rinaldo Paganelli