XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Isaia 22,19-23 Gli porrò sulla spalla la chiave
La chiave e l’uso che ne fa chi la riceve, indicano l’arbitrio con cui in quella società aveva luogo l’esercizio del potere. Appare anche un esercizio positivo del potere: chi lo detiene può diventare un padre non solo per chi gli sta sopra, in quanto prende a cuore onestamente i suoi interessi, ma anche per la gente, di cui cerca con impegno il vero bene. Il testo sottolinea però come anche in questo caso. Si vada incontro a grossi rischi, poiché facilmente il potente è strumentalizzato Il testo contiene una forte contestazione del potere e dei suoi simboli: il sepolcro scavato nella roccia, gli abiti sontuosi, i cortei dei carri da guerra. Il profeta sottolinea quanto effimero sia il potere umano, quando viene usato per i propri interessi personali: esso dà grandi vantaggi, che però sono illusori.
Romani 11,33-36 Inaccessibili le sue vie
Siamo di fronte a una grande preghiera di lode, un meraviglioso abbandonarsi di Paolo e di tutti noi alla lode del Signore per le meraviglie da Lui compiute. “Insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie”! (v.33). Le due citazioni dei vv.34-35, da Isaia 40 e da Giobbe 41, vogliono mettere a confronto il nulla del nostro pensare e agire con la totalità e la pienezza del dono di Dio: “Perché da Lui, per mezzo di Lui e per Lui sono tutte le cose” (v.36).
Matteo 16,13-20 Voi chi dite che io sia?
“Voi, chi dite che io sia”? Non è sufficiente dare una risposta catechistica. Gesù non vuole sapere questo; il problema è sapere quanto io impegno della mia vita per lui. La professione di fede comincia con “Io” credo, che è dire il mio impegno nel rapporto con Dio, con il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. La domanda ai discepoli e a noi, vuole sapere quanto siamo innamorati del Signore, quanto siamo legati a lui. La risposta vera di Pietro lascia intuire che in mezzo alla vita dove non c’è niente di sicuro, Dio solo è una roccia. Avere fede è aggrapparsi proprio a questa roccia, è fidarsi di Dio, mettere la nostra vita nelle sue mani, nella sua parola, nella sua promessa.
Tu sei il Cristo
Pietro a nome di tutti ha il coraggio di compiere un salto e di dare una risposta straordinaria, che non era mai stata data fino allora in tutta la storia di Israele: ‘Tu sei il Cristo!’, tu sei colui che attendiamo. Tu sei colui di cui hanno parlato la legge e i profeti, tu non sei soltanto uno che annuncia il Regno, ma tu sei il Regno, tu sei il Re e con te il regno è già qui, è già presente. Per essere pienamente compresa, la risposta di Pietro dovrebbe essere riletta in tutta l’attesa biblica precedente.
Mc 14,61-62: Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”. Gesù rispose: “Io lo sono!
Mc 15,32: Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo”.
Lc 4,17-18: Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me;
Lc 23,35: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”.
Gv 1 41-42: Egli (Andrea) incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia – che si traduce il Cristo – e lo condusse da Gesù.
Gv 4,25-26: Gli rispose la donna: “So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa”. Le dice Gesù: “Sono io, che parlo con te”.
Gv 6,67-69: Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”.
Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Per il confronto personale o in gruppo
- Il potere ti attira o ti fa problema?
- Trovi gratificante la pienezza di Dio nella tua vita?
- Chi è per te Cristo Gesù?