Atti 13,14.43-52 Ci rivolgiamo ai pagani
L’espressione “con franchezza dichiararono” del v.46 ci aiuta a capire che sta avvenendo una fatto di grande rilievo che richiede a Paolo e a Barnaba il coraggio interiore e la fortezza di parola per cogliere e annunciare la “curva” che la storia sta prendendo. Una svolta storica decisiva che indirizza verso orizzonti universali la grande profezia ebraica che il Signore Gesù ha portato a pienezza di luce e di efficacia, come dono di salvezza per l’intera umanità. Le parole di Isaia 42 e 46. “ti ho posto per essere luce delle genti”: si riferiscono allo stesso Gesù. Ma sono anche per chi dovrà portare questo annuncio sino ai confini della terra, quindi riferite a ciascuno di noi, pur nell’ambito modesto della nostra piccola vita. La gioia dei discepoli si intreccia anche con la violenza del rifiuto, la persecuzione e l’esclusione degli annunciatori della Parola.

Tb 1,10: Dopo la deportazione in Assiria, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani.
Lc 21,24: Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

Apocalisse 7,9.14-17 Sono passati dalla grande tribolazione
La pienezza della verità per ogni uomo e donna del mondo è questo “passare” attraverso la Pasqua del Cristo, per esserne rinnovati radicalmente e assunti nella vita nuova dei figli di Dio. I battezzati sono il segno, l’annuncio e la sostanza della nuova condizione del mondo salvato dal Figlio di Dio. C’è una reciproca diaconìa tra Dio e i salvati; questi lo servono in una incessante liturgia di lode. Egli li avvolge della sua tenda di elezione e di amore. In Dio hanno termine le tribolazioni della storia, perché il suo Figlio amato, l’Agnello immolato, è intronizzato come Signore e Dio. È, a questo punto, la suprema rivelazione della storia. Il vero Pastore è l’Agnello immolato per la nostra salvezza.

Sir 3,15: Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te, come brina al calore si scioglieranno i tuoi peccati.
Rm 2,9: Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco.

Giovanni 10,27-30 Le mie pecore ascoltano la mia voce
Nel vangelo si coglie, l’immensa conferma del dono di Dio nei nostri confronti. L’insegnamento di Gesù non lascia spazio a nessun nostro merito né ad alcuna nostra partecipazione al mistero della fede. Allora, è proprio in questo nulla da parte nostra che è possibile riconoscere il dono del Signore. Così come siamo, e malgrado tutto quello che siamo, il Signore ci ha riempito del suo dono. Certo, continuamente ci sentiamo esposti alla fragilità di ogni tipo. Ma questo non ci consente di dedurne la negazione della potenza della misericordia di Dio. E questo fino all’ultima parola che oggi ascoltiamo dal Signore, parola che è il segreto di tutto!: “Io e il Padre siamo una cosa sola”.

Ger 42,6: Che ci sia gradita o no, noi ascolteremo la voce del Signore.
Mt 12,19: SignorNon contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce.

 

Per il confronto personale o in gruppo: 

  • Il tuo annuncio a chi viene fatto?
  • Cosa pensi della risurrezione di Cristo Gesù?
  • Come ti parla il Signore?