Isaia 66,10-14 Rallegratevi con Gerusalemme
In un momento nel quale in primo piano si trova la preoccupazione per la ricostruzione del tempio, questo brano va veramente contro corrente. In esso l’accento viene posto non sull’edificio materiale, ma sulla nascita di un popolo fedele a Dio. Senza di esso il tempio non ha ragione di esistere. Non si tratta però dell’effetto di un’iniziativa umana, ma di un’opera compiuta direttamente da Dio. Solo Dio infatti può dare vita a un popolo. Si tratta quindi di un dono straordinario, di fronte al quale non c’è altro da fare che rallegrarsi con grande riconoscenza. Che nasca una comunità giusta e santa, prospera e pacifica, è un vero miracolo di Dio.

Gl 2,23: Voi, figli di Sion, rallegratevi, gioite nel Signore, vostro Dio, perché vi dà la pioggia in giusta misura.
Lc 10,20: Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.

Galati 6,14-18 Conta l’essere nuova creatura
Paolo, vuole porre il suo vanto solo nella Croce di Gesù, nella quale termina, per lui come per tutti coloro che accolgono il dono della fede, la vecchia economia dell’attesa e della promessa, e con essa la dipendenza dagli elementi del “mondo”. La Croce spezza ogni legame tra la mondanità e i credenti in Gesù, che, per la Croce di Gesù sono stati anch’essi crocifissi e quindi sottratti al dominio del mondo. Essi infatti sono ora quella “nuova creatura”, che è risorta e vive nella risurrezione di Gesù, evento posto al di là di ogni dipendenza dal male e dalla morte. Esprime la speranza di essere tra coloro che vivono pienamente nella pace e nella misericordia del Signore.

Gdt 16,14: Ti sia sottomessa ogni tua creatura: perché tu hai detto e tutte le cose furono fatte
Mc 16,15: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

Luca 10,1-12.17-20 La messe è abbondante
La tradizione spiega l’allargamento del compito missionario con la destinazione universale della Parola di salvezza, del Vangelo di Gesù. Tale annuncio, non è in se stesso il dono di Dio, quello che solo Dio stesso può fare, ma appunto una strada, un orizzonte, un’apertura di attesa e di accoglienza nei confronti del Signore stesso. La fede, propriamente, non si trasmette è sempre e solo dono di Dio. Se ne trasmettono i contenuti, con l’annuncio e la testimonianza. Questo non toglie niente all’importanza, alla necessità di tale opera. Per questo è necessario chiedere che molti operai siano mandati dal Signore per un compito enorme. Mandati “come agnelli in mezzo a lupi”, dice un atteggiamento del tutto mite e spoglio di ogni potere o risorsa mondani. E così pure la povertà personale è importante per chi deve testimoniare la povertà del Figlio di Dio.

Dt 23,26: Se passi tra la messe del tuo prossimo, potrai coglierne spighe con la mano, ma non potrai mettere la falce nella messe del tuo prossimo.
Ap 14,15: E’ giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura.

 

Per il confronto personale o in gruppo:

  • Di che cosa puoi rallegrarti?
  • Che cosa conta nella tua vita di Cristiano?
  • Ti senti mandato, e sai stare là dove vieni inviato?