Atti 2,1-11 Si trovavano tutti insieme
La festa di Pentecoste è, nella tradizione più antica, festa del raccolto, e nella vicenda del popolo di Dio si qualifica come festa della Legge, festa del dono della Parola. L’incontro tra il pane della terra e il pane del cielo crea unità: “…tutti insieme nello stesso luogo” (v.1). La modesta “regionalità” della provenienza degli apostoli dalla Galilea, attraverso le loro parole entra in contatto con l’orizzonte universale e si incontra con l’azione di Dio. La portata universale di quanto accade e la modestia dei protagonisti, accompagna tutto l’evento cristiano e l’annuncio del Vangelo. Pertanto non ci si stupisce se anche oggi, accanto a chi accoglie con meraviglia la parola della salvezza, ci sia chi, di fronte alle stesse parole, reagisce con incredulità schernitrice: “Si sono ubriacati di vino”.

Is 11,7: La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Fil 3,17: Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi.

Romani 8,8-17 Lo Spirito di Dio abita in voi
La vita dei figli di Dio. Questo è il grande annuncio che oggi la Parola ci porta. Una vita interamente dipendente dallo Spirito che dà la vita, avendo ripudiato la carne e i suoi desideri. Una vita nella quale, “mediante lo Spirito”, possiamo “mortificare”, cioè mettere a morte, “le opere del corpo” (v.13). Questa “mortificazione”, che nella tradizione della pietà cristiana si è fortemente tinta di moralismi e di fioretti, nella bellissima regola di vita cristiana viene collegata al lavoro che con spirito di obbedienza ognuno deve fare. Proprio quel lavoro, che per molti nel nostro mondo è facilmente spazio di ambizioni e di vanità, è la strada maestra, semplice e offerta a tutti, nel cammino verso la santità.

Sal 84,5: Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi.
Col 2,9: È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità. 

Giovanni 14,15-16.23-26 Non vi lascerò orfani
La relazione d’amore tra il Padre e  il Figlio è donata all’umanità. Tale amore è rivelato e custodito dal discepolo che “accoglie i miei comandamenti e li osserva”. L’Amore è vero quando c’è una perfetta circolazione d’amore: “Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (v.21). lo Spirito è il Cristo stesso nel cuore e nella vita del credente. Questo è di importanza decisiva, perché impedisce la “riduzione” della parola e dell’opera di Gesù ad una dottrina teologica e ad un codice morale. La persona e l’opera di Cristo Gesù sono sempre presenti nella vita dei discepoli di tutti i luoghi e di tutti i tempi grazie all’azione dello Spirito, e dunque nulla di Lui è “fisso”, statico, ma incessantemente “cresce” nella vita della comunità cristiana, e dell’intera umanità.

Lam 5,3: Orfani siamo diventati, senza padre, le nostre madri sono come vedove.
Gc 1,27: Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

 

Per il confronto personale o in gruppo 

  • Che valore ha l’essere insieme?
  • Come senti la presenza dello Spirito in te?
  • In che cosa ti senti accompagnato?