Genesi 14,18-20 Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino
La violenza mortale è entrata nella storia dell’umanità decaduta attraverso il fratricidio di Caino. Ma irrompe nel racconto una figura nuova, misteriosa, del tutto inaspettata, del tutto straordinaria. Si tratta di un re che nel suo nome – Melchisedek – porta un significato, “re di giustizia”, come un significato contiene anche la città del suo potere regale: “re di Salem”, cioè “re di pace”. Questo re appare completamente diverso dagli altri, una regalità strana e nuova rispetto al mondo vecchio nato dal gesto di Caino, un re disarmato, e soprattutto “sacerdote del Dio altissimo”: oggi la fede di Abramo si incontra con il suo “volto religioso”! Questo re/sacerdote offre a Dio Pane e Vino e benedice Abramo. Abramo gli paga la decima. Questo Sacerdote precede Abramo, è più grande di lui, e attraverso Abramo riceve la decima da tutto Israele, che è “nei lombi di Abramo. Questo Re è figura e profezia di Gesù Cristo!

Es 18,2: Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio.
Eb 11,4: Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto.

1Corinti 11, 23-26 Vi sono divisioni tra voi
Il “preludio” alla celebrazione, fatto di divisioni, rende quest’ultima come tradita nel suo significato più profondo. Quella scandalosa diversità aggredisce ed è giudicata dai gesti e dalle parole che nella Liturgia fanno memoria del sacrificio d’Amore di Gesù. Paolo, ricordando quei gesti e quelle parole evidenziano l’offerta d’amore che il Figlio di Dio ha compiuto e trasmesso. La Cena del Signore non è solo dunque un rito liturgico, per quanto di grande rilievo. E non è una specie di idealizzazione stilizzata della persona e dell’opera del Cristo, ma è anche il principio di una storia nuova che ha nella Santa Cena la sua fonte e il suo fine. Il giudizio e l’invito a conversione provocato dall’evento liturgico ci strappa dall’eventualità di una condanna finale.

Gd 1,19: Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo
Rm 16,17: Vi raccomando poi, fratelli, di guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro l’insegnamento che avete appreso: tenetevi lontani da loro.

Luca 9,11-17 Voi stessi date loro da mangiare
Gesù compie il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci in “una zona deserta”. E’ singolare questo evento, è il segno che ogni deserto abitato da lui fiorisce e fiorisce in abbondanza. Il suo corpo e il suo sangue donati e moltiplicati per sempre, la nostra vita può essere donata e moltiplicata anche se siamo nell’aridità, purché abbandonata nelle sue mani. Cristo Gesù benedice quel poco che poi diventa tanto, tantissimo. Di fronte alla cecità degli apostoli, stringe nelle sue mani il poco che gli è stato donato. In fondo l’essere umano ha sempre poco tra le mani se messo in relazione con le necessità del mondo dei fratelli….ha poca fede, poco coraggio, poca speranza, poco pane, ma quando tutto questo poco, questo deserto è fecondato dalla potenza della fede piccola come un granellino di senape, e dal desiderio della condivisione, non solo basta, ma diventa tanto grande che supera la fame di chi era in quel luogo per ascoltare il Signore.

Ez 3,2: Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo
Rm 14,21: E’ bene non mangiare carne né bere vino né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi.

Per il confronto personale o in gruppo:

  • In occasione di tensioni come ti comporti?
  • L’eucaristia è solo fonte di comunione?
  • Come dai da mangiare?