Siracide 35,12-14.16-18 Non c’è preferenza di persone
La presentazione di Dio come giudice giusto è molto rassicurante, ma porta con sé il rischio di considerare Dio come il garante dell’ordine pubblico. Dio invece deve essere considerato come l’energia positiva che opera in questo mondo, conducendolo verso un fine di salvezza. Non è evidente a prima vista che le preghiere dei poveri e degli oppressi siano esaudite da Dio. I fatti che capitano ogni giorno sembrano smentire questa ingenua affermazione. Tuttavia bisogna riconoscere che, pur credendo che Dio agisce potentemente nelle vicende di questo mondo, noi non sappiamo nulla delle modalità del suo intervento. Solo in base alla fede si può affermare che Dio è dalla parte degli ultimi.
Sal 45,8: Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni.
At 10,34: In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone.
2 Timoteo 4,6-8.16-18 E’ il momento di sciogliere le vele
Le Parole che oggi riceviamo dalla bontà di Dio sono una rivelazione profonda del significato della vita e della morte quali il Signore Gesù ci ha regalato. In Filippesi 1,23 Paolo parla del suo desiderio di “essere sciolto dal corpo per essere con Cristo”, cioè di potersi congedare dalla sua vita corporea per essere immerso nel Corpo di Cristo risorto, in piena comunione con Lui e con tutti coloro che vivono per sempre in Lui. Tuttavia anche l’immagine della vela è molto bella e molto efficace per descrivere un “arrivo”, che in questi versetti pare segnato da una straordinaria pace. L’Apostolo ribadisce la forza di due immagini che gli sono care, la battaglia e la corsa. Sono rappresentazioni forti, e importanti per dire quali siano le vere battaglie e le vere corse che bisogna fare.
Is 58,6: Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo.
Mt 18,18: Tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
Luca 18,9-14 Ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini
Il fariseo della parabola ben rappresenta le preoccupazioni del Signore. Egli appartiene alla condizione di coloro che “avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri”. C’è insomma il “rischio” di una “giustizia” che non è in realtà tale perché è presunta conquista personale e non dono del Signore. E’ impressionante, e quasi ironica, la sua maniera di pregare. Infatti dice che egli “pregava così tra sé”, e addirittura, alla lettera “pregava verso se stesso” (v.11). Egli dice effettivamente “Signore”, ma di fatto quello che dice è la sua auto-esaltazione, dove quel “O Dio, ti ringrazio…” suona terribilmente formale. In realtà tutto esalta la sua virtù e la sua diversità dagli altri e in particolare la sua diversità dal pubblicano che egli evidentemente conosce, o pensa di conoscere. La vera preghiera è invece quella del pubblicano. Egli ha veramente bisogno di essere salvato. La sua relazione con Dio è reale e realistica.
Ger 48,14: Come potete dire: “Noi siamo uomini prodi e uomini valorosi per la battaglia”?
Gal 1,10: E’ forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio?
Per il lavoro personale o di gruppo:
- Come è il tuo rapporto con gli altri?
- La manifestazione del Signore ti appassiona?
- Con chi si mette in mostra come ti trovi?