Atti 14,21-27 Designarono alcuni anziani
Chiunque ha ricevuto dal Signore il dono di entrare nella via del Vangelo, sa bene, e spesso lo sa con prove e sofferenze, quanto sia importante per il discepolo di Gesù essere preso per mano da un fratello che lo possa accompagnare e condurre lungo la via della salvezza. La designazione degli “anziani” (v.23) non deve essere considerata quindi un provvedimento organizzativo, ma prima di tutto un regalo dello Spirito. Per questo è significativo che la scelta dei diaconi venga fatta dagli apostoli secondo vie di preghiera e di digiuno, e che con quel “li affidarono al Signore” esprimano una fiducia che consegna gli anziani alla loro libertà e alla loro responsabilità.
Lam 2,10: Siedono a terra in silenzio gli anziani della figlia di Sion, hanno cosparso di cenere il capo, si sono cinti di sacco; curvano a terra il capo le vergini di Gerusalemme.
Lc 7,3: Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo.
Apocalisse 21,1-5 Vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo
Al termine del grande travaglio del Libro dell’Apocalisse – e nostro – finalmente ci viene donata l’immagine sublime di Gerusalemme, sposa che scende dal cielo, adorna per il suo Sposo. Questa città che scende dal cielo sostituisce il vecchio tempio: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini”. Di questo v.3 notiamo che non dice: “saranno il suo popolo”, ma “saranno i suoi popoli”, quindi tutti i popoli, quindi la pace. La caratteristica “apocalittica” dell’esistenza cristiana la si può cogliere come perfetta “attualità” del passaggio pasquale dalla morte alla vita, là dove sperimentiamo l’abbandono delle terre di morte e l’ingresso nella terra nuova. La Chiesa è un evento, è l’evento di Cristo nella storia. Niente più della Liturgia descrive ed esprime la manifestazione della Gerusalemme Santa nella storia dell’umanità.
Gen 2,21: Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò.
Gv 1,51: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Giovanni 13,31-35 Amatevi come io vi ho amati
Quando leggiamo questa parola di Gesù “amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amati” subito pensiamo all’amore estremo della sua morte in croce e ci diciamo che forse, anzi senza forse, non siamo capaci di questo amore. Il “come”, però come Lui che porta in sé tutta la vita del Signore e allora declinare questo “come” significa per noi: amare come lui che è stato viandante per le strade del mondo che si è avvicinato ad ogni miseria, che ha perdonato senza riserve e senza giudizi, che si è messo sempre dalla parte degli ultimi, fino a farsi servo e lavare i piedi dei suoi discepoli. E’ questo “come” che ci affida e ci chiede di rendere vita nella nostra vita. E’ questa modalità di stare nella storia che può trasformare le realtà di ingiustizia e che ci fa essere, lì dove siamo, strumento di quell’amore suo che, nell’obbedienza al Padre, si è consumato sulla croce.
Sap 12,2: Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Eb 10,37: Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
Per il confronto personale o in gruppo:
- Chi ti accompagna nel tuo cammino di fede?
- Che cosa ti consegna la tua comunità?
- In che modo senti presente il Signore?