I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)
Isaia 63,16-17.19; 64,1-7; Tu, Signore sei nostro padre
Non solo Dio un giorno ha salvato il suo popolo, ma è stato lui stesso a plasmarlo e a dargli la vita, al punto che Egli può essere invocato dal popolo come Padre. D’altro canto le sventure che si abbattono sul popolo sono viste come un segno della sua ira. Dio è adirato perché il popolo è caduto nel peccato. Ma ciò che interessa maggiormente all’orante è il ristabilimento della comunione con lui. Le sventure materiali sono dolorose non in se stesse, ma perché sono viste come il segno della lontananza di Dio. Se Dio dà un segno della sua presenza in mezzo al popolo, allora anche le prove non saranno più così intollerabili, anche in una condizione di miseria può nascere una supplica.
1 Corinzi 1,3-9; Grazia a voi e pace
Nel ringraziamento iniziale Paolo allude all’esuberanza della vita religiosa dei corinzi, che si manifesta nella ricchezza dei doni di cui sono dotati. Ma anzitutto è doverosa la riconoscenza a Dio per una realtà che egli ritiene ricca e positiva. Se in seguito farà richiami, anche molto severi, sarà solo per migliorare la loro risposta ai doni di Dio. Il fatto che Paolo ringrazi così insistentemente Dio per i doni conferiti ai corinzi, nonostante gli abusi che subito dopo dovrà correggere, mette in luce subito all’inizio come il suo intervento non abbia lo scopo di reprimere la vitalità della comunità, ma di incanalarla nel modo giusto. Nelle sue parole si coglie un senso di profondo rispetto per questo gruppo di persone, che stanno facendo un cammino di fede libero e creativo.
Marco 13,33-37 Lo dico a tutti, vegliate
L’invito che il Signore ci fa all’inizio dell’avvento è di vegliare nell’attesa della sua venuta. È un vegliare singolare perché ci paragona al portiere di una casa che ha avuto questo compito dal suo padrone. Dio si è fatto “umanità”, cioè ha assunto su di sé la storia di tutti i tempi, e questa umanità-casa ci affida, perché vegliamo su di essa, ne abbiamo cura. Siamo sollecitati a vegliare sull’umanità e con l’umanità, perché sia pronta al Suo ritorno, non si smarrisca, non si addormenti. Il padrone di casa che parte affida i compiti ai servi; a ciascun servo un compito e al portiere la responsabilità di vegliare. La casa è il bene più grande che ha e questo bene è donato a noi. Se il portiere ne ha tanta cura da considerarla sua casa, allora non importa l’ora del ritorno del padrone, importa la cura, l’attenzione, la dedizione. Non ci sarà un atteggiamento di paura, di giudizio, ma la condivisione di un bene. In questo modo ognuno trova posto nella storia di salvezza, diventa protagonista, custode e intercessore.
La forza della veglia
A tutti noi, Cristo Gesù, ha ordinato di vegliare, a tutti ha ordinato con insistenza di custodire le porte del proprio cuore. Veglia chi tiene aperti gli occhi dello spirito per guardare la luce vera; veglia chi conserva ciò in cui crede; veglia chi respinge da sé le tenebre del torpore e della negligenza.
Mt 24,42: Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
Mt 25,1: Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che, presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo.
Lc 12,35-36: Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Gv 1,11: Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
At 20,28: Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi…
1Pt 5,8: Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare.
Ap 16,15: Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e custodisce le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne.
Per il confronto personale o in gruppo
- Come è la tua attenzione a Dio?
- Quale grazia ti è stata donata?
- Sai essere vigilante? Rinaldo Paganelli