Chi ha visto Me, ha visto il Padre

V DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)

Atti 6,1-7: Ci dedicheremo al ministero della Parola

La chiesa di Gerusalemme in un clima di preghiera e di fraterna partecipazione supera le tensioni interne e ritrova l’unità nel riconoscimento della diversità dei doni e dei ministeri. Protagonista degli atti non è né Pietro né Paolo, paradossalmente neppure Gesù Cristo, in prima persona, ma neanche lo Spirito in prima persona. Protagonista è la Parola stessa che si diffonde e cresce. È ciò che Gesù ha fatto e detto, Gesù è la parola che ha agito così, noi nel Vangelo abbiamo questa Parola che si è fatta carne in Lui e trona Parola. Ascoltandola, questa Parola si fa carne anche in noi e nella storia dopo di noi e tutta la storia è l’incarnazione continua in Cristo, fina a quando Dio sarà tutto in tutti. Questa è la visione della Chiesa, corpo totale di Cristo, ma che cresce, fino al suo compimento.

 

1 Pietro 2,4-9: Voi siete la stirpe eletta

Cristo è la pietra d’angolo rigettata dagli uomini ma scelta da Dio, su cui poggia la comunità dei credenti. La chiesa è l’edificio che Dio costituisce, il tempio nel quale è presente, essa è allo stesso tempo un corpo di sacerdoti che offre a Dio il vero culto, i sacrifici spirituali a lui graditi. L’immagine dell’edificio e il linguaggio del culto si saldano con la categoria classica del “popolo di Dio”, ormai trasferito da Israele alla Chiesa. Il ruolo decisivo di Cristo nella storia della salvezza e nella edificazione della dimora divina si riflette nello scandalo dei non credenti e nell’esperienza di rifiuto, che i cristiani condividono con il loro Signore. Tra i temi sviluppati nel brano merita particolare attenzione quello del sacerdozio dei fedeli, che sottolinea il legame con il sacerdozio di Cristo.

 

Giovanni 14,1-12: Chi ha visto me ha visto il Padre

Non solo Cristo Gesù è l’unico mediatore per entrare in relazione con Dio, il Padre, ma è il volto visibile di Dio. Se è vero che nessuno ha mai visto Dio, Gesù lo rende visibile nella sua missione storica e soprattutto nella morte e risurrezione in cui si manifesta come il Figlio unico che sta nel seno del Padre. Egli dunque è in grado di rivelarlo e di trascinare in questo rapporto di comunione intima quelli che lo riconoscono e accolgono come il figlio del Padre. La forma di Dio è stampata nella umanità di Gesù. Le opere che compie vengono da Dio, da oltre il mondo, quindi non sono spiegabili con le leggi intrinseche del mondo, sono invece opere che rivelano il di più della gratuità dell’amore, della generosità di Dio.

 

Io sono la via, la verità e la vita

Gesù, è «la via» della salvezza, perché ci rivela «la verità» di Dio e dell’uomo; ed è «la vita», perché ci dona l’amore, vita di Dio stesso. La via non è una strada, ma una persona da seguire; la verità non è un concetto, ma un uomo da frequentare; la vita non è un dato biologico, ma un amore da amare.

 

Caratterizziamo questa domenica

Il discorso di addio di Gesù, che inizia in questa quinta domenica di pasqua, interpreta la morte di Gesù nella prospettiva della sua risurrezione. Per tre capitoli si parla della sua morte senza mai menzionarla esplicitamente. Il discorso di addio, che precede il racconto della condanna a morte di Gesù, mette insieme una serie di istruzioni rivolte ai discepoli sul significato della sua missione. Essa ha il suo compimento nella morte come ritorno alla casa del Padre. Ritornato al Padre, Gesù proseguirà la sua opera attraverso i credenti. Questi riceveranno dal Padre il dono dello Spirito. Gesù verrà a loro e insieme al Padre dimorerà presso di loro. Il mistero dell’Incarnazione, viene dilatato dalla Pasqua di Gesù, e le opere di Gesù continuano nel cammino dell’umanità e della Chiesa.

 

Per il confronto personale o in gruppo

  • Che presenza ha la Parola nella tua vita?
  • C’è un apporto particolare che puoi dare alla comunità?
  • Sai leggere la presenza di Dio nelle opere che compie Gesù?
  1. Rinaldo Paganelli

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